19/10/2008 - II CATEGORIA

 

ASTRA – FELEGARESE

 

Questa volta non ci sta. Anche un commentatore pacato ogni tanto ha diritto a perdere la pazienza.

Era una delle partite più importanti del campionato e l’abbiamo fallita per supponenza, per mancanza di concentrazione, per aver mostrato in campo la cattiveria di un cucciolo impaurito.

Era una delle partite più importanti perché una vittoria ci avrebbe permesso di lasciare a dieci punti una diretta concorrente per la retrocessione: dieci punti, un abisso da colmare per squadre come le nostre che non dispongono di risorse tecniche di livello superiore.

Queste cose sono state dette e ripetute durante la settimana e invece ci presentiamo molli, senza nerbo, senza coscienza di ciò che dobbiamo fare e per di più, lo ripeto perché è la cosa che mi urta di più, supponenti, convinti di poter ticchettare e dribblare vicino alla nostra area, convinti che uno sterile possesso palla nel primo tempo che non porta ad effettuare neanche un tiro in porta ci condurrà ad una inevitabile vittoria.

Non ci sveglia neanche, intorno al venticinquesimo del primo tempo l’incidente al Persico, l’unico che sembrava in grado di accelerare, ringhiare, colpire e che ora se ne andrà in giro col suo piedone ingessato per quasi un mese e non oso pensare se e quando rientrerà.

Così, secondo la legge immutabile del calcio, veniamo puniti all’ultimo secondo di recupero del primo tempo.

Perdiamo palla a centrocampo stupidamente ed ancor più stupidamente commettiamo un fallo sulla trequarti. Siamo distanti, non dovrebbe accadere nulla e invece la palla scagliata con violenza incoccia prima in una testa e poi in quella del nostro capitano che la mette alle spalle dell’incolpevole Alex.

Baserebbe tornassimo in campo per vincere questa partita anche se qualcuno mormora che, così come stiamo in campo oggi, solo un miracolo, una punizione , un rigore potrebbero aiutarci ad uscire indenni.

Il miracolo sembra concretizzarsi quando l’arbitro assegna un rigore per un rinvio di pugno del centrale avversario su un corner battuto dalla sinistra del nostro attacco.

I nostri coraggiosi rigoristi scaricano la responsabilità su Antonio da Napoli, appena entrato in campo, il quale ricambia tanta gentilezza con altrettanta gentilezza nei confronti del portiere avversari cui depone il pallone tra le mani come fosse un delicato mazzo di fiori.

La palla in realtà la deponiamo nel sacco con Ana, peccato che l’arbitro avesse già visto la palla uscita sul fondo sull’intervento del Trap che poi aveva effettuato il cross.

Come nella logica delle cose facciamo dunque la seconda frittata: altro fallo inutile su un avversario girato di spalle e sulla linea laterale. Punizione e testata imparabile del cinque avversario che forse non avrà grande dimestichezza col calcio, ma ha un fisico da far invidia ai bronzi di Riace.

Cosa mi dispiace di questa partita: vedere il mister abbandonarsi affranto sulla panchina. Lui che è il meno colpevole di tutti, che lavora tutta la settimana per quell’obbiettivo minimo che ci siamo posti, che vive la sua esperienza tra noi come una missione.

Cosa mi dispiacerebbe: mi dispiacerebbe che io e il mister fossimo gli unici che non riusciamo a darci pace per questo passaggio a vuoto, gli unici che da Domenica rivivono dolorosamente questa partita.

Sveglia ragazzi: noi abbiamo fiducia in voi, ma la fiducia non è illimitata, ma soprattutto bisogna meritarla con la serietà, l’impegno, la dedizione, la consapevolezza dei propri mezzi.

Noi non siamo il Parma e proprio per questo non vogliamo fare la stessa fine: chi gioca con noi gioca solo per la maglia e questo attaccamento deve dimostrarlo.

 

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